Madama Cappuccetto
Rosso
Quali peripezie potrebbe affrontare un'adulta Cappuccetto Rosso nella sua nuova casa al limitare del bosco? Arpino ci ha proposto una nuova interpretazione di una fiaba senza tempo, che abbiamo poi riadattato in forma di testo teatrale.
SCENA 1.
Il
sipario si apre su un piccolo salotto accogliente. Una donna con un mantello
rosso sbatacchia istericamente con il battipanni una pelliccia di lupo.
Signora
Cappuccetto Rosso: (brontolando) Sarebbe ora di finirla con questo
tappeto, accidenti a lui...
Dopo
qualche secondo sbuffa e lo lascia cadere a terra, abbandonandosi sfinita sul
divano.
In
quello stesso istante entra in scena suo marito con la sua uniforme da guardia
forestale, che si siede accanto a lei.
Signora
Cappuccetto Rosso: (al marito) Sono stufa di questa roba. Farà pure la
sua figura e tutte le signore del villaggio me lo invidieranno, ma è piena di
tarme. (si passa la mano sulla fronte e sbuffa di nuovo) Dovremmo
buttarla. Fossi un po' ambizioso, mi
compreresti un tappeto nuovo.
Guardia
forestale: (sospira) Forse hai ragione, ma è pur sempre un ricordo. Un
ricordo della nostra gioventù, quando tutti dicevano che saremmo vissuti felici
e contenti. Ti salvai proprio dalla pancia di quella bestiaccia. Che giornata!
Mi sembra adesso che...
Viene
bruscamente interrotto dalla moglie, la voce acuita dalla frustrazione.
Signora
Cappuccetto Rosso: Basta così! L'ho sentita fin troppe volte questa storia. Non
raccontarmela per la millesima volta! Hai avuto la medaglia del municipio, la
promozione a guardia forestale? Hai avuto o no me, che come moglie... sì,
ecco... non faccio per dire ma... (sbuffa nuovamente) Non si può vivere
di ricordi. E neanche di vecchi tappeti.
Il
marito annuisce con aria stanca.
Guardia
forestale: D'accordo. Sai che non amo discutere. Quindi domani, nella foresta,
cercherò un lupo fresco. Così non si spendono soldi e un tappeto nuovo non ti
mancherà.
SCENA 2
I coniugi
entrano nel salotto. Sul tavolo sono disposti lo zaino, il fucile e la giacca
della Guardia forestale. La moglie lo aiuta a vestirsi e si preparano a
salutarsi.
Signora
Cappuccetto Rosso: Ti ho preparato la borraccia e tutto l'occorrente per un pasto
o due, a seconda di quanto ti ci vorrà. A presto, e ti raccomando di portarmi
un bel lupo che possa far impallidire la moglie del maniscalco e quel suo
stupido scrittoio di noce!
Il
marito raduna le sue cose, saluta la moglie e si incammina.
SCENA 3
Passano
i giorni. La Signora Cappuccetto Rosso guarda fuori dalla finestra, preoccupata
di non veder tornare la Guardia forestale.
Signora
Cappuccetto Rosso: Povera me! Sono trascorsi tre giorni oramai. Il mio buon
marito guardia forestale per far più bella la casa si è messo in testa di
regalarmi un tappeto nuovo... (comincia a singhiozzare) E adesso un gran lupo magari se l'è mangiato e
io dovrò star sola per il resto dei miei giorni, con quello straccio di
pensione municipale e questo straccio di tappeto vecchio...
La
donna scoppia in lacrime e tira fuori un fazzoletto ricamato dalla tasca del
mantello color ciliegia. Poi, per calmarsi, si siede sul divano e beve un sorso
di caffè dalla tazzina lasciata sul tavolo.
Signora
Cappuccetto Rosso: Devo fare qualcosa per cercare di rintracciarlo. Ma come
posso fare? Io, indifesa, per i boschi... ho imparato a mie spese che andar per
boschi da sola non è mai una buona idea. Se solo trovassi il modo di passare
inosservata agli occhi dei predatori... (sposta lo sguardo sul tappeto,
abbandonato sul pavimento accanto al battipanni. La signora sorride compiaciuta
della sua idea, si china, raccoglie la pelliccia e se la getta sulle spalle) Ecco, così è perfetto. In questo modo gli
animali feroci non mi riconosceranno e potrò esplorare la foresta da cima a
fondo, trovare e soccorrere il mio caro marito guardia forestale; sono troppo
giovane per diventare all'improvviso e immeritatamente una sfortunata vedova...
SCENA 4
Si
vede la Signora Cappuccetto Rosso trascinarsi sfinita per il bosco con la pelle
di lupo sulla schiena. Tutti gli animali fuggono al suo passaggio credendola un
lupo vero.
Dopo
un po' si appoggia ad un albero e si siede, tira fuori un pezzo di pane e
formaggio, consuma il suo povero pasto con aria afflitta e infine si
addormenta.
Ad
un certo punto un giovane lupo sbuca dalla boscaglia. Quest'ultimo si avvicina
lentamente alla Signora Cappuccetto
Rosso e annusa la pelliccia.
Lupo:
(pensieroso, ondeggiando sulle zampe posteriori) Uhm-uhm... questo qui
mi ricorda qualcuno, forse un lontano parente... Quello zio imbroglione che fu
scuoiato prima che la foresta diventasse parco nazionale... Imprudente era,
l'accetta boscaiola provò... Ma senti che puzza di vecchio e di naftalina, sembra persino rosicchiato
dalle formiche... Forse dovrei dare l'allarme. I guardiani non sanno più fare
il loro mestiere: lasciare questa immondizia nel bel mezzo di un parco, roba da
inquinarci l'aria.
La
Signora Cappuccetto Rosso, svegliatasi, comincia a tremare visibilmente sotto
la pelle.
Lupo:
(indignato) Ma guarda, non solo puzza e fa scandalo, trema anche. E se
fosse una tagliola di nuovo tipo inventata da qualche bracconiere? E se fosse
l'inganno di qualche mercante di pellicce?
Si
ode un rimescolio tra le foglie, che vengono scostate rivelando un secondo lupo
molto più grande del primo. Il più piccolo si scosta dalla Signora Cappuccetto
Rosso, avvicinandosi appena al nuovo arrivato e guardandolo con diffidenza.
La
donna striscia verso l'angolo della
scena.
Signora
Cappuccetto Rosso: (in tono supplice, il volto lasciato appena scoperto
dalla pelliccia, rivolta verso il pubblico) Oh! Sono stata tanto stupida e
capricciosa ed ora morirò. Non troveranno che quest'orrenda pelliccia, non
rimarrà altro di me. Se solo fossi stata zitta, se solo fossi rimasta a casa e
non avessi insistito tanto per un tappeto nuovo ora non mi troverei in
quest'orribile situazione...
Il
lupo più grande emette una specie di latrato. Il più piccolo, terrorizzato,
fugge.
Il
lupo rimasto nella radura avanza goffamente sollevando un'accetta da guardia
forestale.
Prima
di sferrare il colpo, si ferma ad osservare la pelliccia sotto la quale è
nascosta la Signora Cappuccetto. Il lupo rovescia il capo all'indietro e il
manto scivola via dal corpo, rivelando l'uomo nascosto sotto la pelliccia.
Guardia
Forestale: Puah, è una pelle vecchia anche questa qui. Non mi serve, sembra
piena di buchi. Pare il tappeto buttato via dalla mia signora Cappuccetto. Tre
giorni che batto la foresta e per giunta sotto questa pesantissima pelliccia
che quel buonuomo del conservatore del museo di scienze naturali mi ha prestato
per camuffarmi, ma che scalogna...
La
Signora Cappuccetto riconosce la voce del marito e si toglie a sua volta la
pelliccia.
I
due si abbracciano felici di essersi ritrovati e si dirigono verso casa.
Signora
Cappuccetto Rosso: Sono tanto felice che tu sia vivo. Vedi, non vale la pena
morire per un vecchio tappeto. Dopotutto, un tappeto nuovo me lo posso fare con
gli avanzi di tanti gomitoli. Ho mani d'oro, io. E se quel vecchio ammasso di
peli in salotto non fa più gran figura, posso sempre usarlo come scendiletto.
Chissà che invidia le mie amiche... Cosa ne dici? Perché sei così silenzioso? A
cosa stai pensando?
Guardia
forestale: (scuotendo appena la testa) Nulla. Non è sempre lupo quel che
sembra.
SCENA 5
La
Guardia forestale siede a tarda sera nell'osteria del villaggio. Sul tavolo
sono appoggiati diversi bicchieri vuoti e i suoi commensali accendono
placidamente i sigari.
Commensale
1: (alla Guardia forestale) Dunque, ora hai una nuova storia da
raccontare...
Guardia
forestale: Sì, immagino di sì. Ma credo di preferire ancora quella vecchia.
I
suoi compagni abbozzano un sorriso e si abbandonano contro lo schienale delle
sedie, in posizione d'ascolto.
Commensale
2: Allora racconta.
Guardia
forestale: No. Non si vive di ricordi né di vecchi tappeti. E poi ho avuto la
medaglia del municipio, la promozione a guardia forestale, la mia Signora
Cappuccetto... (il suo tono si fa sempre più incerto fino a sfumare in un
malinconico silenzio.)
Commensale
1: Raccontala ancora. Vogliamo tutti sentirla, qui.
Lo
sguardo della Guardia Forestale pare ravvivarsi. Si schiarisce la voce, si
accende un sigaro e comincia a raccontare.
Guardia
forestale: Ve lo ricordate quel tempo in cui tutti dicevano che saremmo vissuti
per sempre felici e contenti, quando la foresta era ancora foresta e gli uomini
erano lupi agli uomini ? O forse era il contrario... La mia storia comincia in
quel tempo.
Le
luci si abbassano lentamente sul racconto della guardia forestale e sui
commensali in ascolto, donando allo spettatore un'ultima, fugace immagine di
quel quadro prima che si chiuda il sipario.
Beatrice Messuti
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