giovedì 16 marzo 2017

Dal racconto al teatro: la Cappuccetto Rosso di Arpino



Madama Cappuccetto Rosso

Quali peripezie potrebbe affrontare un'adulta Cappuccetto Rosso nella sua nuova casa al limitare del bosco? Arpino ci ha proposto una nuova interpretazione di una fiaba senza tempo, che abbiamo poi riadattato in forma di testo teatrale.


SCENA 1.

Il sipario si apre su un piccolo salotto accogliente. Una donna con un mantello rosso sbatacchia istericamente con il battipanni una pelliccia di lupo.

Signora Cappuccetto Rosso: (brontolando) Sarebbe ora di finirla con questo tappeto, accidenti a lui...

Dopo qualche secondo sbuffa e lo lascia cadere a terra, abbandonandosi sfinita sul divano.
In quello stesso istante entra in scena suo marito con la sua uniforme da guardia forestale, che si siede accanto a lei.

Signora Cappuccetto Rosso: (al marito) Sono stufa di questa roba. Farà pure la sua figura e tutte le signore del villaggio me lo invidieranno, ma è piena di tarme. (si passa la mano sulla fronte e sbuffa di nuovo) Dovremmo buttarla.  Fossi un po' ambizioso, mi compreresti un tappeto nuovo.

Guardia forestale: (sospira) Forse hai ragione, ma è pur sempre un ricordo. Un ricordo della nostra gioventù, quando tutti dicevano che saremmo vissuti felici e contenti. Ti salvai proprio dalla pancia di quella bestiaccia. Che giornata! Mi sembra adesso che...

Viene bruscamente interrotto dalla moglie, la voce acuita dalla frustrazione.

Signora Cappuccetto Rosso: Basta così! L'ho sentita fin troppe volte questa storia. Non raccontarmela per la millesima volta! Hai avuto la medaglia del municipio, la promozione a guardia forestale? Hai avuto o no me, che come moglie... sì, ecco... non faccio per dire ma... (sbuffa nuovamente) Non si può vivere di ricordi. E neanche di vecchi tappeti.

Il marito annuisce con aria stanca.

Guardia forestale: D'accordo. Sai che non amo discutere. Quindi domani, nella foresta, cercherò un lupo fresco. Così non si spendono soldi e un tappeto nuovo non ti mancherà.

SCENA 2

I coniugi entrano nel salotto. Sul tavolo sono disposti lo zaino, il fucile e la giacca della Guardia forestale. La moglie lo aiuta a vestirsi e si preparano a salutarsi.

Signora Cappuccetto Rosso: Ti ho preparato la borraccia e tutto l'occorrente per un pasto o due, a seconda di quanto ti ci vorrà. A presto, e ti raccomando di portarmi un bel lupo che possa far impallidire la moglie del maniscalco e quel suo stupido scrittoio di noce!

Il marito raduna le sue cose, saluta la moglie e si incammina.

SCENA 3

Passano i giorni. La Signora Cappuccetto Rosso guarda fuori dalla finestra, preoccupata di non veder tornare la Guardia forestale.

Signora Cappuccetto Rosso: Povera me! Sono trascorsi tre giorni oramai. Il mio buon marito guardia forestale per far più bella la casa si è messo in testa di regalarmi un tappeto nuovo... (comincia a singhiozzare)  E adesso un gran lupo magari se l'è mangiato e io dovrò star sola per il resto dei miei giorni, con quello straccio di pensione municipale e questo straccio di tappeto vecchio...

La donna scoppia in lacrime e tira fuori un fazzoletto ricamato dalla tasca del mantello color ciliegia. Poi, per calmarsi, si siede sul divano e beve un sorso di caffè dalla tazzina lasciata sul tavolo.

Signora Cappuccetto Rosso: Devo fare qualcosa per cercare di rintracciarlo. Ma come posso fare? Io, indifesa, per i boschi... ho imparato a mie spese che andar per boschi da sola non è mai una buona idea. Se solo trovassi il modo di passare inosservata agli occhi dei predatori... (sposta lo sguardo sul tappeto, abbandonato sul pavimento accanto al battipanni. La signora sorride compiaciuta della sua idea, si china, raccoglie la pelliccia e se la getta sulle spalle)  Ecco, così è perfetto. In questo modo gli animali feroci non mi riconosceranno e potrò esplorare la foresta da cima a fondo, trovare e soccorrere il mio caro marito guardia forestale; sono troppo giovane per diventare all'improvviso e immeritatamente una sfortunata vedova...

SCENA 4

Si vede la Signora Cappuccetto Rosso trascinarsi sfinita per il bosco con la pelle di lupo sulla schiena. Tutti gli animali fuggono al suo passaggio credendola un lupo vero.
Dopo un po' si appoggia ad un albero e si siede, tira fuori un pezzo di pane e formaggio, consuma il suo povero pasto con aria afflitta e infine si addormenta.
Ad un certo punto un giovane lupo sbuca dalla boscaglia. Quest'ultimo si avvicina lentamente alla  Signora Cappuccetto Rosso e annusa la pelliccia.

Lupo: (pensieroso, ondeggiando sulle zampe posteriori) Uhm-uhm... questo qui mi ricorda qualcuno, forse un lontano parente... Quello zio imbroglione che fu scuoiato prima che la foresta diventasse parco nazionale... Imprudente era, l'accetta boscaiola provò... Ma senti che puzza di vecchio  e di naftalina, sembra persino rosicchiato dalle formiche... Forse dovrei dare l'allarme. I guardiani non sanno più fare il loro mestiere: lasciare questa immondizia nel bel mezzo di un parco, roba da inquinarci l'aria.

La Signora Cappuccetto Rosso, svegliatasi, comincia a tremare visibilmente sotto la pelle.

Lupo: (indignato) Ma guarda, non solo puzza e fa scandalo, trema anche. E se fosse una tagliola di nuovo tipo inventata da qualche bracconiere? E se fosse l'inganno di qualche mercante di pellicce?

Si ode un rimescolio tra le foglie, che vengono scostate rivelando un secondo lupo molto più grande del primo. Il più piccolo si scosta dalla Signora Cappuccetto Rosso, avvicinandosi appena al nuovo arrivato e guardandolo con diffidenza.
La donna striscia  verso l'angolo della scena.

Signora Cappuccetto Rosso: (in tono supplice, il volto lasciato appena scoperto dalla pelliccia, rivolta verso il pubblico) Oh! Sono stata tanto stupida e capricciosa ed ora morirò. Non troveranno che quest'orrenda pelliccia, non rimarrà altro di me. Se solo fossi stata zitta, se solo fossi rimasta a casa e non avessi insistito tanto per un tappeto nuovo ora non mi troverei in quest'orribile situazione...

Il lupo più grande emette una specie di latrato. Il più piccolo, terrorizzato, fugge.
Il lupo rimasto nella radura avanza goffamente sollevando un'accetta da guardia forestale.
Prima di sferrare il colpo, si ferma ad osservare la pelliccia sotto la quale è nascosta la Signora Cappuccetto. Il lupo rovescia il capo all'indietro e il manto scivola via dal corpo, rivelando l'uomo nascosto sotto la pelliccia.

Guardia Forestale: Puah, è una pelle vecchia anche questa qui. Non mi serve, sembra piena di buchi. Pare il tappeto buttato via dalla mia signora Cappuccetto. Tre giorni che batto la foresta e per giunta sotto questa pesantissima pelliccia che quel buonuomo del conservatore del museo di scienze naturali mi ha prestato per camuffarmi, ma che scalogna...

La Signora Cappuccetto riconosce la voce del marito e si toglie a sua volta la pelliccia.
I due si abbracciano felici di essersi ritrovati e si dirigono verso casa.

Signora Cappuccetto Rosso: Sono tanto felice che tu sia vivo. Vedi, non vale la pena morire per un vecchio tappeto. Dopotutto, un tappeto nuovo me lo posso fare con gli avanzi di tanti gomitoli. Ho mani d'oro, io. E se quel vecchio ammasso di peli in salotto non fa più gran figura, posso sempre usarlo come scendiletto. Chissà che invidia le mie amiche... Cosa ne dici? Perché sei così silenzioso? A cosa stai pensando?

Guardia forestale: (scuotendo appena la testa) Nulla. Non è sempre lupo quel che sembra.

SCENA 5

La Guardia forestale siede a tarda sera nell'osteria del villaggio. Sul tavolo sono appoggiati diversi bicchieri vuoti e i suoi commensali accendono placidamente i sigari.

Commensale 1: (alla Guardia forestale) Dunque, ora hai una nuova storia da raccontare...

Guardia forestale: Sì, immagino di sì. Ma credo di preferire ancora quella vecchia.

I suoi compagni abbozzano un sorriso e si abbandonano contro lo schienale delle sedie, in posizione d'ascolto.

Commensale 2: Allora racconta.

Guardia forestale: No. Non si vive di ricordi né di vecchi tappeti. E poi ho avuto la medaglia del municipio, la promozione a guardia forestale, la mia Signora Cappuccetto... (il suo tono si fa sempre più incerto fino a sfumare in un malinconico silenzio.)

Commensale 1: Raccontala ancora. Vogliamo tutti sentirla, qui.

Lo sguardo della Guardia Forestale pare ravvivarsi. Si schiarisce la voce, si accende un sigaro e comincia a raccontare.

Guardia forestale: Ve lo ricordate quel tempo in cui tutti dicevano che saremmo vissuti per sempre felici e contenti, quando la foresta era ancora foresta e gli uomini erano lupi agli uomini ? O forse era il contrario... La mia storia comincia in quel tempo.

Le luci si abbassano lentamente sul racconto della guardia forestale e sui commensali in ascolto, donando allo spettatore un'ultima, fugace immagine di quel quadro prima che si chiuda il sipario.

Beatrice Messuti

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