martedì 11 aprile 2017

Il Talento Umano

Sceneggiatura tratta dal racconto "Il Talento Umano", appartenente alla raccolta "Storie d'Ogni Giorno"

Scena 1

(Ufficio: inquadratura di spalle della figura frettolosa di Emilio Tarmini, con in braccio dei documenti. Cammina verso il suo ufficio occhieggiando di tanto in tanto alle porte ai lati del corridoio per controllare i suoi lavoratori. Arriva davanti al suo ufficio ed entra, chiudendo la porta. Si dirige alla scrivania, dove appoggia i documenti e volge lo sguardo alla finestra, decidendo di aprirla. Si ferma ad osservare la città per un po', per poi percepire un brivido di freddo e chiudere prontamente. Occhieggia poi al suo orologio da polso e cammina lentamente avanti ed indietro, fino a quando non si apre la porta, sorprendendolo)
Cesare (sorridendo) ' Giorno capo!
(Cesare si dirige fischiettando a grandi falcate verso la poltrona accanto alla scrivania di Tarmini, vi si abbandona sopra emettendo un rumoroso sbuffo, guardando al soffitto. Si spolvera e si sistema poi la giacca e solo ora guarda Tarmini in faccia)
Cesare Sai capo, hai proprio fatto male a non venire ieri sera. (alzandosi e gesticolando con le mani) Il film non era per niente male! E abbiamo anche cenato in una pizzeria che, credimi, meritava davvero!
Tarmini (annuisce senza dire niente)
Cesare (mette un braccio attorno alle spalle di Tarmini, sussurrando) A proposito, hai presente Pina, la ragazza che lavora nel mio ufficio? Mi sa che ha una bella cotta per te! Dovresti vederla, appena entri scappa via arrossendo! È proprio vero ciò che si dice sui capiufficio...
Tarmini Ossia?
Cesare Che siete i nuovi professori, alias prime cotte giovanili! (leggera gomitata)
(Tarmini lo guarda male)
Cesare Eddai, sai che scherzo! So che non sei il tipo che cerca rogne, specialmente con le colleghe...anche se chiusi qui otto ore non è che si possa combinare alcunché con le donne (si risiede ed accende una sigaretta, allentandosi la cravatta. Tarmini alza gli occhi al cielo senza farsi vedere. Ritorna alla scrivania, si siede e butta l'occhio sul contratto di Cesare)
Cesare (esalando fumo) Se poi hai tempo per discutere di lavoro, chiamami. Credo di avere una discreta idea per Natale (con tono pubblicitario e allargando le braccia) "Tingete il vostro tacchino con l'inchiostro Kappa! " (guarda Tarmini) Che ne pensi? Oltre al solito ''Scherza coi mostri e lascia star gli inchiostri''
Tarmini (alzando gli occhi dal foglio) Tarmini: Tu hai troppe idee. Peccato non avere abbastanza spazio per raccoglierle tutte... (prende una penna e un altro documento) Comunque ora ho fare. Quindi ci vediamo più tardi
Cesare D'accordo (si rialza) Vado a fare qualche scarabocchio con la Pina e ti prendo il giornale (fa un occhiolino ed esce)
Tarmini (tra sé e sé): Risparmierei un milione e mezzo licenziandolo. Prende il suo lavoro sottogamba, non pensa al lavoro nemmeno di notte! Solo ragazze, cinema e pizze, non ha altro per la testa. (Prende il registro delle attività di Cesare e sfoglia le sue diverse parti. Non trovando nulla, lo rilegge da capo, ma lo sbatte controvoglia sulla scrivania)
Scena 2
(Rumori di risate femminili e passi; Cesare bussa e, alla risposta di Tarmini, apre la porta e chiede)
Cesare Esci?
(Tarmini finge uno sconsolato dissenso)
Cesare Ahi ahi ahi, guai in vista?
Tarmini Già.
Cesare Il commendatore, vero?
Tarmini (sospirando) Comincia un anno all'insegna del risparmio, mio caro. Hai speso un capitale per le tue pubblicità, il commendatore non ne sarà felice
Cesare (ridendo) Beh, ma le vendite sono aumentate. Anche se mi chiedo chi compri tanto inchiostro
Tarmini Scommetto che il commendatore rivedrà le nostre stesse posizioni a fine anno. Capisci? Qualcuno dovrà stringere la cinghia.
Cesare (Senza perdere il sorriso sulle labbra) Una crisi?
Tarmini scuote la testa, gesticolando: Ma no, ma no, è giusto per tenerci a bada. Sai che ci siamo concessi diversi lussi.
(Cesare rotea gli occhi)
Tarmini Lo so che giudichi la "Gabbiano" come una nonnina paralitica, ma ci siamo davvero concessi dei lussi, come un ufficio pubblicità, quando noi potremmo andare avanti solo con un buon ragioniere e le sue opportune telefonate.
Cesare (inarcando un sopracciglio) Se lo dici tu.
Tarmini (si alza e gli dà una pacca sulla spalla) Tarmini: Non si è mai troppo stufi d'inchiostro, eh?
(Ridono)

Cesare Aperitivo? Offro io!
(Sguardo d'intesa) Tarmini: Allora accetto
(Si vestono, escono dall'ufficio e si incamminano)
Scena 3

(per strada)
Tarmini Allora, la tua idea per Natale?
Cesare (si schiarisce la gola, recitando) "Fate gli auguri con gli inchiostri Zeta"
Tarmini Vecchia. Dovresti puntare a qualcosa di più moderno, più subliminale.
Cesare Vorrei ricordarti che vendiamo inchiostri da segretario galante in epoca da penne a sfera.
(Ridono e entrano in un bar)
Cesare Pensa cosa si potrebbe fare pubblicizzando creme, carne in scatola...
Tarmini (frenandolo): Sei giovane, aspetta di aver quarant'anni. Vedi come cambi idea!
Cesare Te la prendi troppo. Rischi di affogare in tutto questo inchiostro!
(Alzando il proprio bicchiere di vermut)

Comunque sia, alla nostra!

(Brindano e bevono)
Tarmini Fossi giovane come te, non ammuffirei in una azienda come la Gabbiano
Cesare (guardando dentro il suo bicchiere): Se lo dici tu... (si alza) io vado. Ci si vede!
(Si stringono la mano e si allontanano in direzioni opposte. Tarmini si gira verso Cesare, guardandolo allontanarsi)

Tarmini (tra sé e sé): Nella vita serve coraggio. Deve trovare il coraggio di cambiare tutto: impiego, vita,città. I veri interessi dei giovani sono altri, ecco cosa deve capire. (Si allontana)
Scena 4
Tarmini (ufficio: al telefono con il commendatore)
Ora, commendatore, le spiegherò in breve ciò che avevo in mente, riguardo l'ufficio pubblicità: è da rivedere. (silenzio e poi continua) Mi spiego: ha presente Baldini? È un giovane esuberate, poco attaccato al lavoro. È un ideatore, non un disegnatore. La Gabbiano non va bene per uno come lui, gli chiude la strada, non possiamo sfruttare a pieno le sue doti. (attimo di silenzio e riprende) Esattamente, vorrei lasciarlo libero ,tanto il disegnatore se la può cavare da solo, naturalmente sotto la mia sorveglianza e la sua direttiva, signor commendatore. (silenzio e riprende) Cosa si guadagna? Beh, ridimensionando l'ufficio pubblicità risparmieremmo due milioni e mezzo (Silenzio) So perfettamente che Baldini ha famiglia, ma non avrà grane. Non ci si deve preoccupare troppo delle situazioni familiari dei dipendenti, lei lo sa bene (silenzio) Sì, sarà lui stesso a riconsiderare la sua posizione. È giovane, deve spiccare il volo autonomamente. Non può infossarsi così, a trent'anni. (lungo silenzio) Lei è troppo gentile, il mio non è talento umano, è solo il minimo che possa fare. La ringrazio signor commendatore (fine della telefonata)
È fatta! (fissa fuori dalla finestra, sospirando) È fatta...
(Bussare alla porta. Tarmini si gira, si sistema la cravatta)
Tarmini Avanti (Cesare entra) Ah,sei tu! Sai, devo farti un discorso confidenziale, non appena usciamo per un caffè. Puoi?
Cesare (colto di sorpresa) Ehm,certamente, certo! (passa qualche minuto. Tarmini si alza, si veste ed escono)

Tarmini Bene, andiamo.
Scena 5
(Bar)

Tarmini Come va in casa?
Cesare Uhm, bene, bene grazie!
(Tarmini abbassa la testa, scuotendola. Schiocca la lingua in segno di disappunto) Andiamo male, malissimo mio caro.
Cesare (spaventato) Perchè?
Tarmini (rialzando lo sguardo) Ho parlato con il commendatore: le voci sulla revisione della posizioni è confermata. Volevo parlartene amichevolmente, non voglio girarci troppo...
(Cesare capisce e si gira il bicchiere tra le dita, assorto) Quanto prenderò?
Tarmini Non so, liquidazione a parte. Potrei proporre una cifra, se vuoi. Ma penso che tu abbia prima bisogno di riflettere
Cesare (annuisce triste) Non ho mai amato gli inchiostri e la tentazione di andarmene, ma ho paura. Ho delle bocche da sfamare, non posso stare un mese senza guadagnare...
Tarmini (mettendogli una mano sulla spalla. Cesare lo guarda dal basso) Guarda che questa è un'occasione! Sei libero come l'aria, non voglio mica forzarti! Già ti invidio per questo.
Cesare (accenna un sorriso triste) Sono secoli che me be lamento. Forse mia moglie non se la prenderà troppo (si alza, pagano e ed escono) Liquidazione, tredicesima, premio extra...a mezzo milione dovrei arrivare, no?
Tarmini Non essere precipitoso. Vai a casa e pensaci su. Ne riparliamo domani, va bene? (Gli batte una mano sulla spalla) sei in gamba, ti manca solo il talento di manovrare le persone. Ma imparerai, ne sono certo. (sorride)
Cesare (annuendo convinto) Hai ragione. Anno nuovo, vita nuova! Penso che si giusto il momento di andare via da quel posto. Grazie davvero Emilio! (Lo abbraccia) Un giorno di questi ti inviterò a cena da noi, per ringraziarti.
Tarmini (sorridendo) Senz'altro. (Si salutano)
Tarmini (lo guarda andare via. Tra sé e sé) È stato semplice. È fatto di burro, quello là, è bastato nulla per convincerlo. Forse dovrei fare lo stesso discorsetto al suo amico disegnatore: ha decisamente uno stile troppo...antiquato


Martina Ghilardi

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