Scena 1, interno, giorno, biblioteca
L’intervistatore e
l’intervistato, seduti su sedie blu dialogano e danno le spalle a scaffali di
libri
Introduzione: In
occasione dell’anniversario dei trent’anni della morte di Giovanni Arpino,
siamo in compagnia della giovane appassionata dell’autore Silvia Oldani, che ci
parlerà di un libro poco conosciuto di Arpino, ovvero Il contadino Gené.
(musica)
A: Ciao Francesca
F: Ciao a tutti
A: So che come giovane giornalista ti stai
interessando molto alla produzione di Giovanni Arpino. Come ti sei avvicinata a
questo autore così poco conosciuto tra i giovani?
F: Ho iniziato ad interessarmi ad Arpino durante
gli anni di università al punto da dedicare la mia tesi a questo grande autore
che ho scoperto non essere così lontano da alcuni temi attuali.
A: Sicuramente Giovanni Arpino ha scritto
moltissimi capolavori ma oggi con te vogliamo approfondire Il contadino Gené,
uno dei suoi libri meno conosciuti. Cosa puoi dirci di questo romanzo?
F: Credo che questo libro sia stato sottovalutato
dall’opinione pubblica ma nonostante non abbia una trama ben precisa ci mostra
una realtà che sta scomparendo della società degli anni ‘80.
A: Secondo te quali sono le tematiche principali
trattate nel romanzo?
S: Penso che Arpino
ci presenti una visione negativa del cambiamento della società in quegli anni e
la conseguente scomparsa dei valori tradizionali. In particolar modo la
trasformazione della figura del contadino.
A: Per te quali sono i valori che si sono persi nel
tempo?
F: In primo luogo la mancanza di comunicazione
all’interno della società come ci dice lo stesso Genesio sostenendo che oggi
siamo molto stranieri anche in un fazzoletto di terra. Ciò è dimostrato dal
fatto che al giorno d’oggi le persone fanno fatica a creare relazioni
interpersonali. Un altro aspetto che si è perso della realtà di Genesio è
l’aiuto reciproco fra compaesani in quanto oggi dilaga l’indifferenza di fronte
alle necessità del prossimo.
A: Un altro tema ricorrente nel racconto è il
rapporto di Genesio con il progresso. Cosa ne pensi?
F: Genesio manifesta un rifiuto della tecnologia,
dell’istruzione e di tutto ciò che non rientra nella sua quotidianità. È un
uomo legato alle sue abitudini e alle sue tradizioni, come quella di cucinare
il bollito per la settimana o quella di uscire ogni domenica per vedere i suoi
compaesani. Il rifiuto della tecnologia è evidente poiché Genesio, pur avendo
la televisione e la radio non le utilizza.
A: Leggendo questo libro ho anche notato un’avversione
del protagonista nei confronti del progresso nel campo della medicina, cosa ne
pensi?
F: Genesio effettivamente non approva l’utilizzo
delle medicine in quanto ritiene che rendano le persone inguaribili e schiave
del loro utilizzo.
A: Si può dire che il cambiamento della società
stia influendo sulla vita dei contadini. Questa trasformazione ha un risvolto
anche sulla natura?
F: Sì, infatti Genesio muove una critica
all’utilizzo dei concimi i quali hanno sostituito la tecnica naturale delle
foglie non rispettando però il ciclo della natura.
A: Genesio ci appare come un uomo solo. Secondo te
la sua solitudine si può ricollegare a quella del giorno d’oggi?
F: Sono sicuramente due solitudini differenti.
Mentre Genesio si è ritrovato solo dopo la morte della moglie e ha come unica
compagnia il suo cane, i giovani d’oggi scelgono volontariamente la solitudine
attraverso l’utilizzo della tecnologia e dei social senza curare le relazioni
con i coetanei.
A: Sempre riguardo ai giovani, cosa ne pensa
Genesio?
F: Sostiene che a differenza delle generazioni
precedenti non facciano alcuna fatica per ottenere ciò che vogliono e desiderano,
in quanto hanno già tutto a disposizione e mentre loro non esitano a concedersi
i lussi, Genesio è sempre titubante nei confronti di ogni tipo di comodità.
A: Cosa puoi dirci invece dell’avarizia del
contadino?
F: Probabilmente è stata causata dagli insegnamenti
dello stesso padre e del nonno che lo hanno sempre indirizzato ad uno stile di
vita povero e di privazioni, ha infatti imparato a sopprimere bisogni ed
emozioni.
A: L’avarizia scompare in punto di morte?
F: No, si chiede se
nella sua vita non sia stato troppo avaro di sé ma è un pensiero che dura solo
un istante. D’altronde la sua avarizia è stata l’unico modo che conosceva per
sopravvivere.
A: Quali pensieri ed emozioni pensi che questo
personaggio susciti nel lettore?
F: Alla fine del racconto si prova per Genè un
misto di pietà e invidia. Pietà per la sua vecchiaia priva di qualsiasi
modernità e pure invidia per la sua libertà e per il fatto che se ne può andare
in pace con il mondo.
A: Quindi Genesio si può considerare un personaggio
positivo o negativo?
F: È un personaggio ambivalente. Da una parte può
essere considerato positivamente perché rimane fedele ai suoi ideali e non
scende a compromessi. Dall’altra però non è una persona aperta al progresso
rifiutando qualsiasi tipo di comodità e innovazione. Inoltre spesso utilizza la
vecchiaia come una scusa e come un rifugio dal mondo.
A: Francesca ti ringrazio del tempo che ci hai
dedicato e spero di rivederti presto.
F: Grazie a voi, ciao.
(musica)
Oldani Silvia
Buongiorno Francesca
Bianchini Alessia
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