ATTRICI:
Caterina Arpino
(moglie di Giovanni Arpino) – Giulia Fanchini
Intervistatrice –
Francesca Fedeli
REGISTA: Francesca
Bertolio
DIRETTRICE DI
CAMERA e ASSISTENTE ALLA REGIA: Matilde Zarini
Copertina
programma televisivo con musica si dissolve nell’inquadratura dall’altro
dell’intervistatrice nella biblioteca della Sig.ra Arpino
Intervistatrice:
Salve a tutti, siamo qui in presenza della moglie di uno degli scrittori più
singolari e particolari del panorama letterario italiano del dopoguerra:
Giovanni Arpino.
Caterina Arpino
entra in scena e saluta gli spettatori
Int: In occasione
del trentesimo anniversario della sua morte oggi avremo una conversazione
con sua moglie Caterina in cui ha deciso di parlarci del suo romanzo preferito:
“Randagio l’eroe”.
Cambio location,
si spostano in giardino e si siedono sulla panchina predisposta
Int: Benvenuta
sig.ra Arpino si accomodi pure!
Caterina: “ Salve
a tutti e grazie per avermi dato l’opportunità di ricordare mio marito, mancato
30 anni fa .Mi fa piacere essere qui per rendere onore a una mente che tutt’ora
considero geniale.
Int: Perfetto, ci
racconti un po’ cosa succede nel libro del quale lei ha scelto di parlarci oggi
Caterina:
Volentieri! Inizio con il dire che la storia è quella di un animo travagliato,
quello dell’ex pittore Giuan, rivoluzionario per il suo pensiero riguardante la
Chiesa accompagnato sempre dalla sua fidata moglie Olona, per la quale prova un
amore appassionato e ricambiato (foto coppia in sovrimpressione) Diciamo che la
storia si apre con la coppia che viaggia in bicicletta per portare a termine
una delle loro ultime missioni insieme, non l’ho esplicitato prima, però il
protagonista per divulgare il suo messaggio di pace e di cristiano convinto, di
notte modifica i graffiti offensivi che vediamo per strada in messaggi
dell’amore di Dio (foto graffiti).La questione principale, però è che Giuan
cade in una sorta di crisi spirituale e si allontana dalla moglie per chiedere
diverse opinioni riguardo al pensiero che la gente ha sulla Chiesa e che ruolo
ha essa nella società. Capendo le diverse opinioni che si Giuan verrà
ricoverato in un ospizio in cui avviene un miracolo, ovvero quando Giuan si inginocchia
per pregare contemporaneamente cresce un albero (foto albero) che fisicamente
lo ferisce e il gigante morirà così come l’albero.
Intervistatrice:
“Ora, analizzando in modo più approfondito i personaggi, crede che ci sia
qualche collegamento tra il protagonista, Giuan, e suo marito?”
C.A: “ Diciamo che mio marito ha sempre inserito dei
dettagli autobiografici nei suoi libri e direi che anche in questo libro non si
smentisce. Il Giuan è un eroe moderno, post-conciliare che crede in una chiesa
progressista, randagia, aperta e dinamica e anche mio marito, pur essendo laico
dedicava molto tempo alla riflessione sulla questione della chiesa ed è come se
Giuan fosse una sua maschera in versione cattolica.
Int: “La interrompo subito, parlando di cattolicesimo,
secondo lei il centro del libro è la religione oppure la figura di un nuovo
eroe, necessaria per questa società?”
C.A: “Io credo che mio marito abbia deciso di fare un
quadro della società degli anni ’70, quindi degli anni di piombo (foto anni di
piombo) che come tutti sappiamo sono stati anni di violenza e di lotte
politiche e sociali, che si riflette sulla società malata di oggi dove mafia,
droga e terrorismo sono all’ordine del giorno ed è per questo motivo che molti
critici lo definiscono ancora un romanzo d’attualità.. Giovanni descrive tutto
ciò attraverso il protagonista Giuan con termini surreali, fantastici e che
riprendono, se vogliamo i tratti della letteratura picaresca. Ma quello che
Giovanni voleva fare era delineare una nuova figura dell’eroe e lo fa
incentrandosi soprattutto sulla questione religiosa che riveste un ruolo
fondamentale nell’intreccio della storia. Giuan, da cattolico, prima
modificando i graffiti in modo che siano messaggi cristiani, poi chiedendo a
persone da vari sfondi sociali cosa pensano della religione, vuole cambiare il
mondo. Era un po’ un sognatore, proprio come il mio Giovanni… Si rende conto
però che l’unico modo per farlo è un miracolo e nonostante verrà chiamato
pazzo, rinchiuso in un ospizio non smetterà mai di credere nella possibilità di
un mondo migliore. E poi ci riesce anche! Quindi il nostro Giuan è un eroe
cattolico, che con i concetti base della fede riesce a portare a termine anche
il suo obiettivo più grande, che sembrava impossibile.
Int: “ Per quanto riguarda il significato che ha
l’eroe per l’autore, perchè nel titolo lo definisce con un termine
dispregiativo?
C.A: “ Quello che possiamo vedere nel titolo è un
chiaro esempio di ossimoro in cui l’eroe prende una connotazione negativa in
contrasto con l’accezione positiva del termine. Però Giovanni non lo ritiene
assolutamente negativo, anzi pensa che la particolarità del randagio sia
proprio quella adatta a un eroe dei nostri tempi. Per lui randagio vuol dire
vagare per le strade diffondendo il suo messaggio di pace, quello cristiano
puro e confrontarsi con le diverse opinioni riguardo alla chiesa e alla
religione.
Int: Arpino è proprio un autore che bisogna leggere a
fondo per capire le sue vere intenzioni! Tornando al discorso sui personaggi,
posso chiederle qual è il suo preferito?
C.A: Beh, devo dire che il personaggio di Olona sembra
fatto proprio su misura per me! La reputo un personaggio molto profondo,
con una psicologia complessa e bisogna scavare a fondo per capirla del tutto.
Penso che sia innamorata follemente del marito Giuan, anche se molte volte
sembra che favorisca l’amico Frank, in realtà credo che loro siano legati solo
da una profonda amicizia, infatti lei va da lui quando il marito va via di casa
e comunque pensa sempre al marito. Olona è il braccio destro di Giuan e lo
supporta sempre, in qualunque caso nel bene e nel male, come dovrebbe fare una
moglie. Anche quando lui se ne va Olona gli resta fedele e lo difende sempre.
Mi piace proprio questa cieca fedeltà nei confronti di Giuan e la sua totale
fiducia nei confronti del marito nonostante il carattere a volte tormentato del
protagonista, è la parte che più preferisco di Olona perché sembra che molte
volte Giuan non sarebbe lo stesso senza il suo supporto.
Int: “ Perfetto, molti critici discutono sul ruolo di
Frank nella storia, suo marito le ha mai spiegato il suo significato?
C:A: “Devo ammettere che anche io all’inizio non
capivo molto bene il suo ruolo, ma questo perché leggevo il romanzo da un punto
di vista sentimentale e non polemico. Come Giuan rappresenta l’idea della
chiesa post-conciliare, Frank è idealmente l’espressione della chiesa
pre-conciliare, quindi esprime la sua idea di chiesa chiusa, statica, legata
fortemente alle tradizioni, insomma una chiesa che non si apre al dialogo con
gli altri e che non riesce più a diffondere il suo messaggio di pace, insomma
una chiesa che ha perso tutti i valori e intenti iniziali per cui era stata
fondata. In Frank, quindi, si esprime in realtà la critica su cui gira tutta la
tematica principale del libro anche se apparentemente sembra solo un
personaggio secondario.
Int: “Siccome siamo arrivati quasi alla fine di questa
conversazione, parliamo della fine del romanzo, cosa significa il miracolo
prima della morte di Giuan?”
C.A: “Questa è proprio una domanda a cui è difficile
rispondere… da come si capisce nel libro il miracolo che vuole compiere Giuan è
quello di un cambiamento nella società in cui ci sia una maggiore stabilità,
solo un miracolo potrebbe far capire al mondo la vera parola di Dio e la sua
carità. Per questo motivo fa sorgere un albero nel giardino dell’ospizio,
l’albero biblicamente raffigura la vita che risorge, la crescita dell’albero
procura gioia a Olona, Frank e i presenti nel momento, ma la morte successiva
del protagonista corrisponde alla morte dell’albero. Questa è una chiara
interpretazione di come l’albero rifletti l’opera di Giuan, ovvero quello di
far risorgere una nuova idea di Chiesa che, come intenzione ha procurato gioia
ai suoi cari, ma non avendo fatto cose che realmente la potessero cambiare non
ha lasciato tracce di sé stesso nel cambiamento della società.
Int: “ Finisce così quindi la storia di Giuan, che ha
appassionato molti, ma che non si deve ridurre assolutamente a una lettura
passiva, ma grazie a questa intervista abbiamo capito che bisogna leggerlo
attentamente e che è un romanzo polemico e di attualità anche se non in
apparenza. Grazie mille Sig.ra Arpino per la sua collaborazione e
disponibilità!”
C.A: “Grazie mille a voi per avermi contattato, è
sempre un piacere per me ricordare l’opera che ha fatto mio marito!”
Conduttrice continua a parlare mentre sia l’immagine
che l’audio si dissolvono per lasciare spazio ai titoli di coda.
Nessun commento:
Posta un commento